La mia zuppa detox Un rinascita del benessere

La mia zuppa detox

La mia zuppa detox Un rinascita del benessere Inizio dell’anno nuovo significa nuovi propositi e, perché no, un nuovo approccio al benessere. La mia zuppa detox è la soluzione ideale per chi cerca di rigenerarsi dopo le festività, un modo per purificare il corpo senza rinunciare al gusto. Questa ricetta è un omaggio alla natura e alla sua capacità di nutrirci in modo sano ed equilibrato. La zuppa combina ingredienti freschi e ricchi di nutrienti, come il finocchio croccante e il sedano, con la tenerezza della scarola e la cicoria, verdure conosciute per le loro proprietà depurative e rinfrescanti. L’olio extravergine di oliva, con il suo profilo aromatico, lega insieme i sapori, mentre la cipolla e l’aglio aggiungono quel tocco di intensità che rende ogni piatto indimenticabile. Ma il vero segreto di questa zuppa sta nell’uso di semi misti e nocciole tostate. I semi di girasole, lino e sesamo non solo arricchiscono il piatto con una varietà di texture e sapori , ma sono anche una fonte di acidi grassi essenziali e fibre. Le nocciole, poi, con il loro gusto ricco e leggermente tostato, aggiungono una croccantezza sorprendente, rendendo ogni cucchiaiata un’avventura culinaria. Questa zuppa è più di un semplice pasto; è un gesto di cura verso se stessi, un modo per riconnettersi con il proprio corpo e ascoltarne le esigenze. In ogni sorso si cela un messaggio di amore e rispetto per il nostro organismo, un promemoria che “nel cibo trova la medicina per il tuo corpo e per la tua anima”. Perfetta per una cena leggera o come punto di partenza per una giornata all’insegna della salute, la mia zuppa detox è l’emblema di una cucina che nutre corpo e spirito. Un inizio fresco e sano per il nuovo anno Dopo le abbondanti celebrazioni delle festività, è tempo di nutrire il nostro …

Il vino secondo me di Sara Sepahi

Vino l’essenza del luogo

Vino l’essenza del luogo Il vino secondo me Nella trepidante attesa di scoprire come l’andamento dell’annata appena trascorsa, atipica e particolare, abbia inciso sul vino che berremo, ho deciso di tornare a scrivere la mia prima rubrica: “ il vino secondo me ” Il mese di gennaio è il primo dell’anno e mi rimanda subito al concetto di inizio, ed è proprio dalle origini che intendo raccontarvi una delle storie più belle ed antiche del mondo: la storia d’amore tra il suolo e la vite che vi affonda le sue radici preziose. Un legame indissolubile che ha origine nel mondo antico ed è giunto fino a noi grazie all’uomo che saputo trasformare quella indissolubile interconnessione in vino. Suolo e vite L’importanza tra il suolo e la vite è ormai tassello imprescindibile quando si parla di come nascono i buoni vini, ma vi assicuro che fino a poco tempo fa non era così “Sappiamo di più sul movimento dei corpi celesti che sul terreno dove sono i nostri piedi “ (L.D.VINCI, 1452-1519) Questa affermazione di Leonardo da Vinci è tremendamente attuale se pensiamo infatti a quante volte ci siamo trovati a camminare su un terreno senza notare realmente su cosa appoggiamo i nostri piedi “E per far questo non è necessario essere dei geologi o pedologi  per provare a comprendere le caratteristiche strutturali dei luoghi dove ci troviamo”; basta osservare il colore delle pietre all’interno di un torrente oppure il colore delle rocce presenti in un vigneto, notare la presenza di fiumi o la vicinanza al mare etc… Da qui sviluppare la consapevolezza di quanto l’insieme delle diverse proprietà dei suoli crei un’interazione unica e magica con il vitigno trasmettendo al . lo fa attraverso uno scambio continuo di materia e messaggi che avviene per mezzo delle radici della vite che fungono da intermediario fondamentale di questa simbiosi …

Pasta e fagioli con un tocco di tradizione

Pasta e fagioli con un tocco di tradizione

Pasta e fagioli con un tocco di tradizione Un abbraccio della cucina italiana Pasta e fagioli con un tocco di tradizione è un piatto che parla direttamente all’anima, un classico intramontabile della cucina italiana che incarna la semplicità e la ricchezza della tradizione culinaria del Bel Paese. Questa ricetta, che utilizza gli ingredienti esclusivi della gamma Ova Domus Meae , porta in tavola un’esperienza autentica e profondamente radicata nelle radici italiane. Maltagliati Senatori Cappelli I maltagliati secchi Senatore Cappelli, un tipo di pasta che evoca la genuinità e la robustezza dei sapori della terra, si intrecciano armoniosamente con i fagioli borlotti, legumi morbidi e vellutati che sono un pilastro della dieta mediterranea. La crema di cicoria, con il suo gusto leggermente amaro e la sua consistenza cremosa, aggiunge una nota di raffinatezza e un fresco contrasto che eleva il piatto. Confort food Ideale per le fredde serate invernali, la pasta e fagioli è un vero e proprio confort food, un piatto che riscalda il cuore e rinvigorisce lo spirito. È la dimostrazione che la cucina italiana, come dice il detto “si basa sull’intuizione e ciò che hai a casa”, può trasformare ingredienti semplici e quotidiani in qualcosa di straordinario. La ricetta può essere personalizzata con l’aggiunta di pancetta, per chi desidera un tocco di sapidità in più. Ogni ingrediente è scelto con cura per garantire la massima qualità e per rendere omaggio a una cucina che da sempre valorizza i prodotti della propria terra. La Pasta e Fagioli con un tocco di tradizione è più di un piatto: è un viaggio attraverso i sapori e le memorie di un’Italia autentica, un invito a riscoprire la bellezza e la semplicità della cucina casalinga. La Pasta e Fagioli è un classico della cucina italiana, un piatto ricco di storia e tradizione, che scalda il cuore …

Vini Giovanni Terenzi Un tesoro nascosto a La Forma-Serrone

Vini Giovanni Terenzi

Vini Giovanni Terenzi Un tesoro nascosto a La Forma-Serrone La Terra, la tradizione, il terroir In queste rigogliose terre di La Forma, nel cuore del comune di Serrone, sorge l’azienda “Vini Giovanni Terenzi”, custode di un patrimonio vitivinicolo di inestimabile valore. Qui, la famiglia Terenzi coltiva da generazioni i loro vigneti, intrecciando con cura la storia e la tradizione con tecniche innovative e rispettose dell’ambiente. “Vini Giovanni Terenzi” non è solo un nome, ma un simbolo di dedizione e qualità. Ogni bottiglia prodotta racconta una storia di passione, impegno e amore per la terra. L’azienda si impegna a mantenere una stretta armonia con la natura, adottando metodi di coltivazione che esaltano le qualità uniche del terroir di La Forma. Il clima e il terreno di questa zona, caratterizzati da un equilibrio perfetto di medio impasto e calcareo, insieme all’esposizione collinare a 450 metri sul livello del mare, creano un ambiente ideale per la coltivazione della vite. Questi elementi sono fondamentali nella produzione di uve di qualità superiore, pilastro della filosofia di questa cantina. La storia di Colle Forma: un omaggio al Cesanese d’Affile Il vino Colle Forma, è un autentico capolavoro di questa azienda. Prodotto interamente con uve Cesanese d’Affile, un vitigno che rappresenta l’essenza della regione, questo vino incarna la personalità e il carattere del territorio di La Forma. Colle Forma si distingue per una gradazione alcolica del 14%, un risultato che riflette l’armonia e la ricchezza delle uve selezionate. La raccolta, svolta manualmente in casse di piccole dimensioni, avviene quando le uve raggiungono la loro piena maturazione, garantendo un prodotto finale di qualità eccezionale. Nel processo di vinificazione, la cantina coniuga tradizione e modernità. La pressatura delicata e la macerazione controllata sulle bucce per 25 giorni in serbatoi d’acciaio preservano l’integrità e la purezza del frutto, esaltandone il profilo aromatico. …

Lingotto di Polenta

Lingotto di polenta con funghi verdure e cioccolato

Lingotto di polenta con funghi verdure e cioccolato Un capolavoro di creatività e sapore Questa ricetta del Lingotto di Polenta con Funghi, Verdure e Cioccolato è una sorprendente espressione di innovazione culinaria, un piatto che trasforma ingredienti semplici e familiari in un’ esperienza gastronomica eccezionale. Ideale per riscaldare l’atmosfera nei giorni più freddi, questa pietanza mescola tradizione e audacia, dando vita a un’armonia di sapori che lascia senza parole. Il cuore di questa creazione è la polenta, un alimento base della cucina italiana, qui elevata a protagonista assoluta. Semplice, ma ricca di possibilità, diventa il canvas su cui si dipinge un quadro di gusti e colori. I funghi champignon, le carote e il porro, con la loro naturale dolcezza e terrosità, si fondono perfettamente con la cremosità della polenta. Ma è l’aggiunta del cioccolato fondente, con la sua intensità e la sua nota amara, a rendere questo piatto veramente unico. Il cioccolato non è solo un ingrediente, ma un catalizzatore che esalta e unisce tutti gli altri sapori in un equilibrio perfetto. Cucinare questo piatto è un atto d’amore, un’espressione di creatività e passione. Virginia Woolf disse “Uno non può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non ha mangiato bene”. Questa ricetta è la perfetta incarnazione di quel pensiero. È un piatto che va oltre la semplice nutrizione: nutre il corpo, certo, ma anche l’anima, lasciando chi lo assaggia con un ricordo profondo e un sorriso soddisfatto. Lingotto di polenta con funghi verdure e cioccolato è, in fondo, un invito a sperimentare, a osare, a riscoprire il piacere della cucina come forma d’arte, una celebrazione dell’infinita capacità del cibo di sorprendere e deliziare. Questa ricetta è un’innovativa reinterpretazione di un antipasto tradizionale, ideale per deliziare il palato nei freddi giorni di gennaio. Gli ingredienti semplici si trasformano sotto le mani sapienti di chi …

Arte e censura e il giudizio universale

Arte e censura

Arte e censura Il rapporto stretto e controverso Il rapporto tra arte e censura è sempre stato molto stretto e controverso. Stretto perché l’arte ha spesso avuto una funzione di ”rottura” rispetto all’ordine costituito, sia esso politico, religioso o sociale. Il confine labile tra censura e buon gusto Controverso perché, molte volte, il confine tra censura vera e propria e difesa del buon gusto – ad esempio – si è dimostrato labile. Lo spostamento del punto di osservazione dell’arte produce spesso questa contraddizione. In ogni campo, come noi vediamo e interpretiamo qualcosa, dà all’oggetto della nostra osservazione un senso differente. Il discrimine ultimo è, perciò, il nostro giudizio. L’arte tra bellezza e bruttezza L’arte viene vista, la maggior parte delle volte, come la celebrazione – o la raffigurazione – del bello; come qualcosa in grado di elevare lo spirito con l’armonia delle forme e dei colori. Ed è questo l’aspetto che più ci incanta. Ciò nonostante, non è esente dall’esprimersi attraverso lo scandalo o la bruttezza o dal rappresentarla. Bruttezza che non è solo di immagine, ma anche di concetto: il mettere in mostra ciò che non funziona nel mondo o che è visto come un oltraggio al bene o alla libertà. Censura nella storia dell’arte E tutte le arti hanno sempre affrontato temi scomodi nella storia dell’umanità, così come sono incorse nella censura. L’episodio più emblematico, forse perché legato ad un’opera giudicata universalmente un capolavoro immortale, resta l’apposizione delle cosiddette braghe sulle nudità del Giudizio Universale di Michelangelo, nel XVI secolo. E come dimenticare l’ostracismo verso Le dejeuner sur l’herbe di Manet? Oggi il dipinto viene ammirato da migliaia di visitatori nel Musée d’Orsay a Parigi. Altri celebri artisti censurati furono Gustav Klimt per le sue allegorie dipinte su commissione dell’università di Vienna ed Egon Schiele, convinto – come …

Fermentazione, fonte di Umami

Marie Joveneau fondatrice di Ferment’Action

Marie Joveneau fondatrice di Ferment’Action Nell’ambito del nostro impegno continuo a esplorare e presentare temi di rilevante interesse culturale e scientifico, abbiamo il piacere di introdurre Marie Joveneau , una figura emblematica nel campo della naturopatia e fondatrice del movimento Ferment’Action . Con un percorso professionale che abbraccia diverse discipline, da architetta a naturopata, Marie si è distinta per la sua dedizione alla fermentazione, trasformandola in uno strumento di cambiamento culturale e alimentare. La formazione di Marie ha radici in Belgio, dove si è laureata in Architettura e ha sviluppato le sue competenze artistiche e grafiche. Il suo percorso di vita, caratterizzato da una ricerca continua di conoscenza, l’ha portata a Roma per approfondire lo studio dell’erboristeria e dedicarsi all’insegnamento. La svolta avviene nel 2019, con il conseguimento di un diploma in Naturopatia in Francia, momento che segna l’inizio del suo approfondito coinvolgimento nel mondo della fermentazione. Ferment’Action Nel 2023, Marie fonda Ferment’Action, un’iniziativa che va oltre l’interpretazione tradizionale della fermentazione come mera tecnica di trasformazione alimentare, proponendola come un potente catalizzatore di cambiamento culturale e sostenibilità. Attraverso la collaborazione con esperti e produttori, Ferment’Action si è imposta come un movimento influente, offrendo una vasta gamma di attività educative e divulgative. Il suo cammino è stato segnato da viaggi, scoperte, sfide e un costante impegno verso l’etica e la sostenibilità. Invitiamo i nostri lettori a seguire Marie Joveneau attraverso i suoi canali social e a partecipare attivamente al movimento Ferment’Action: Instagram: Ferment’Action Facebook: Ferment’Action Youtube: Ferment’Action (dal 2024) Spotify: Ferment’Action (dal 2024) Con questa prefazione intendiamo offrire uno sguardo approfondito sulla figura di Marie Joveneau, una professionista che, attraverso la sua passione e competenza, sta definendo nuovi orizzonti soffermandoci sulla fermentazione, argomento centrale dell’articolo che segue nel blog successivo o sul magazine di gennaio . L’Editore – Alfio Mirone

La fermentazione - Ferment'Action

Fermentazione, che cos’è?

Fermentazione, che cos’è? di Marie Joveneau, fondatrice di Ferment’Action Se dovessi definire cosa rappresenta la “Fermentazione, che cos’è?” per me, sceglierei senza dubbio la parola: RIVOLUZIONE. Questa scelta può sembrare un po’ eccessiva e provocatoria per un semplice vasetto di crauti ( cavolo fermentato ) eppure… Analizzando la definizione di “rivoluzione” e considerando il contesto attuale della nostra salute e dell’ambiente, il nostro cavolo fermentato può indiscutibilmente fregiarsi del titolo di alimento rivoluzionario. Ma prima di tutto, cominciamo dando un’occhiata all’etimologia della parola “rivoluzione”. Rivoluzione deriva dal latino revolutio, a sua volta derivato dal verbo revolvere, che significa tornare indietro. Ciò non sorprende se si pensa alla rivoluzione copernicana, che descriveva il movimento ciclico e ripetuto dei pianeti intorno al Sole e la rotazione della Terra sul suo asse in 24 ore. Niente di sorprendente? Non proprio! Perché se chiedessimo questo tipo di definizione a un rivoluzionario francese del 1789, dubito che sarebbe d’accordo con noi. Quindi, se è interessante risalire alle origini della parola rivoluzione, è altrettanto interessante rendersi conto che, nel corso del tempo, essa ha subito un definitivo e drastico cambiamento semantico: da “ritorno al passato”, è diventata “cambiamento radicale”. Ma quindi, cosa pensare? Ebbene, nonostante questa interpretazione linguistica apparentemente antagonista, c’è effettivamente un legame tra i movimenti di ripristino ciclico e i movimenti che promuovono il rovesciamento irrevocabile di un sistema in atto: entrambi segnano un nuovo punto di partenza con la speranza di un miglioramento… di un’evoluzione. Ma torniamo alla domanda iniziale: perché i nostri crauti sarebbero rivoluzionari? L’impatto devastante sulla nostra salute e sul nostro pianeta dei nostri metodi di produzione e consumo è purtroppo diventato evidente e agire per cambiare il nostro modo di pensare il futuro non è più un’opzione. La fermentazione risponde a numerosi problemi odierni ed è proprio in questo senso che …

Buon 2024 da Alfio Mirone

Buon Anno 2024

Buon Anno 2024 Buon Anno 2024 A tutti i nostri affezionati lettori, collaboratori indispensabili e amici carissimi di Ciociaria & Cucina È arrivato il 2024 Traboccante di emozioni e occhi rivolti verso un futuro scintillante, siamo arrivati al 2024, un anno che promette di essere un crocevia di innovazioni e trionfi. In qualità di editore, e a nome dell’intera redazione, desidero esprimere un ringraziamento caloroso e profondo per il vostro incrollabile sostegno e per la passione ardente che condividete con noi per la cucina e la cultura della nostra Terra. Quest’anno abbiamo tessuto insieme una tela di storie avvincenti, abbiamo riscoperto antiche ricette e viaggiato attraverso i sapori e le tradizioni che rendono la nostra regione un gioiello unico. Ogni articolo , ogni ricetta, ogni immagine è stata un inno alla bellezza, alla diversità e alla ricchezza della Ciociaria, narrata con l’intensità che solo la vera passione può infondere. Le sfide del 2024 Mentre ci avventuriamo nel 2024, lo facciamo con il brivido dell’anticipazione per le nuove sfide che ci attendono, per i progetti ambiziosi che stiamo pianificando e per le sorprendenti scoperte che faremo insieme. Siamo pronti a spingerci oltre i confini, a esplorare nuovi orizzonti culinari, a incontrare i visionari della cucina locale e a svelare segreti che attendono solo di essere condivisi con voi. Vogliamo che il 2024 sia un anno di emozioni palpabili, di successi straordinari e di momenti indimenticabili. Che sia un anno in cui ogni piatto racconta una storia, ogni sapore apre un mondo e ogni pagina del nostro magazine sia un invito a celebrare insieme la vita, l’amore e la passione per il cibo. Con l’entusiasmo che ci contraddistingue, vi auguriamo un 2024 ricco di salute, felicità e prosperità. Che questo nuovo anno sia un viaggio esaltante e ricco di soddisfazioni, condiviso insieme a …