Arte e censura e il giudizio universale

Arte e censura

Arte e censura Il rapporto stretto e controverso Il rapporto tra arte e censura è sempre stato molto stretto e controverso. Stretto perché l’arte ha spesso avuto una funzione di ”rottura” rispetto all’ordine costituito, sia esso politico, religioso o sociale. Il confine labile tra censura e buon gusto Controverso perché, molte volte, il confine tra censura vera e propria e difesa del buon gusto – ad esempio – si è dimostrato labile. Lo spostamento del punto di osservazione dell’arte produce spesso questa contraddizione. In ogni campo, come noi vediamo e interpretiamo qualcosa, dà all’oggetto della nostra osservazione un senso differente. Il discrimine ultimo è, perciò, il nostro giudizio. L’arte tra bellezza e bruttezza L’arte viene vista, la maggior parte delle volte, come la celebrazione – o la raffigurazione – del bello; come qualcosa in grado di elevare lo spirito con l’armonia delle forme e dei colori. Ed è questo l’aspetto che più ci incanta. Ciò nonostante, non è esente dall’esprimersi attraverso lo scandalo o la bruttezza o dal rappresentarla. Bruttezza che non è solo di immagine, ma anche di concetto: il mettere in mostra ciò che non funziona nel mondo o che è visto come un oltraggio al bene o alla libertà. Censura nella storia dell’arte E tutte le arti hanno sempre affrontato temi scomodi nella storia dell’umanità, così come sono incorse nella censura. L’episodio più emblematico, forse perché legato ad un’opera giudicata universalmente un capolavoro immortale, resta l’apposizione delle cosiddette braghe sulle nudità del Giudizio Universale di Michelangelo, nel XVI secolo. E come dimenticare l’ostracismo verso Le dejeuner sur l’herbe di Manet? Oggi il dipinto viene ammirato da migliaia di visitatori nel Musée d’Orsay a Parigi. Altri celebri artisti censurati furono Gustav Klimt per le sue allegorie dipinte su commissione dell’università di Vienna ed Egon Schiele, convinto – come …