La fermentazione - Ferment'Action

Fermentazione, che cos’è?

Fermentazione, che cos’è? di Marie Joveneau, fondatrice di Ferment’Action Se dovessi definire cosa rappresenta la “Fermentazione, che cos’è?” per me, sceglierei senza dubbio la parola: RIVOLUZIONE. Questa scelta può sembrare un po’ eccessiva e provocatoria per un semplice vasetto di crauti ( cavolo fermentato ) eppure… Analizzando la definizione di “rivoluzione” e considerando il contesto attuale della nostra salute e dell’ambiente, il nostro cavolo fermentato può indiscutibilmente fregiarsi del titolo di alimento rivoluzionario. Ma prima di tutto, cominciamo dando un’occhiata all’etimologia della parola “rivoluzione”. Rivoluzione deriva dal latino revolutio, a sua volta derivato dal verbo revolvere, che significa tornare indietro. Ciò non sorprende se si pensa alla rivoluzione copernicana, che descriveva il movimento ciclico e ripetuto dei pianeti intorno al Sole e la rotazione della Terra sul suo asse in 24 ore. Niente di sorprendente? Non proprio! Perché se chiedessimo questo tipo di definizione a un rivoluzionario francese del 1789, dubito che sarebbe d’accordo con noi. Quindi, se è interessante risalire alle origini della parola rivoluzione, è altrettanto interessante rendersi conto che, nel corso del tempo, essa ha subito un definitivo e drastico cambiamento semantico: da “ritorno al passato”, è diventata “cambiamento radicale”. Ma quindi, cosa pensare? Ebbene, nonostante questa interpretazione linguistica apparentemente antagonista, c’è effettivamente un legame tra i movimenti di ripristino ciclico e i movimenti che promuovono il rovesciamento irrevocabile di un sistema in atto: entrambi segnano un nuovo punto di partenza con la speranza di un miglioramento… di un’evoluzione. Ma torniamo alla domanda iniziale: perché i nostri crauti sarebbero rivoluzionari? L’impatto devastante sulla nostra salute e sul nostro pianeta dei nostri metodi di produzione e consumo è purtroppo diventato evidente e agire per cambiare il nostro modo di pensare il futuro non è più un’opzione. La fermentazione risponde a numerosi problemi odierni ed è proprio in questo senso che …

Grotte di Collepardo - Ponte dei Santi - Certosa di Trisulti

Grotte di Collepardo – Ponte dei Santi – Certosa di Trisulti

Grotte di Collepardo – Ponte dei Santi – Certosa di Trisulti Grotte di Collepardo – Ponte dei Santi – Certosa di Trisulti L’escursione del mese si sviluppa nel contesto territoriale dei Monti Ernici, più precisamente di Collepardo, paese immerso tra aspre pendici montuose e valli profondamente incise, fortezza di importanti specie erboristiche e copiose sorgenti, valico tra i territori ciociari, romani e abruzzesi. La natura carbonatica del territorio denota un paesaggio ricco di fenomeni tipici del carsismo epigeo ed ipogeo, quali canyon, sorgenti, grotte, pozzi verticali ecc.; tra questi, degni di nota sono appunto il canyon e le sorgenti del Fiume Cosa, la Grotta dei Bambocci e Pozzo d’Antullo, importanti geositi inseriti nel Parco Naturale dei Monti Ausoni e Lago di Fondi. Il nostro itinerario avrà inizio con una visita guidata alle “Grotte dei Bambocci”, nome acquisito dalla cavità ipogea, in seguito a fantasiose e curiose associazioni zoo-antropomorfe tra le spettacolari e multiformi stalattiti e stalagmiti presenti all’interno della grotta. Usciti dalla grotta percorrendo a ritroso la strada asfaltata, dopo circa un chilometro inizia sulla destra il vero e proprio sentiero escursionistico, opportunamente indicato con segnaletica CAI – LH8+LHT4 “Valle dei Santi” e pannello didattico esplicativo. Il tracciato si presenta abbastanza evidente, costantemente coperto dalla vegetazione arborea, con scorci su falesie calcaree, segue risalendo in buona parte il letto del Fiume Cosa e in diversi tratti lo attraversa con dei caratteristici ponticelli in legno, su cui è bene fare attenzione. In questo periodo il corso d’acqua è asciutto, tranne nell’ultimo tratto, prima della fine del sentiero, dove si possono ammirare piccoli salti e cascatelle d’acqua limpida. Il percorso giunge dopo circa quattro chilometri al Ponte dei Santi, struttura risalente all’XI secolo, costruito per volontà di San Domenico da Foligno, eremita e abate fondatore di due dei monasteri tuttora presenti nel …

Lasciatevi incantare dalla Ciociaria

Lasciatevi incantare dalla Ciociaria

Lasciatevi incantare dalla Ciociaria Alla riscoperta delle eccellenze in Ciociaria: un’alternativa allo stallo del turismo di questa estate L’estate del 2023 ha lasciato dietro di sé un’amara sensazione di delusione. Nonostante le promesse e le campagne pubblicitarie del ministero del turismo, l’aumento record di turisti sulle nostre coste è rimasto solo un miraggio. Le prime pagine dei giornali erano piene di sconcertanti scontrini e prezzi esorbitanti dei locali e dei ristoranti, ombrelloni e lettini in spiaggia come fossero hotel di charme. Quest’anno è emersa una tendenza preoccupante: l’avidità economica ha preso il sopravvento, con lidi che hanno elevato i loro prezzi senza alcun riguardo e rispetto del turista. Tuttavia, in un panorama di delusioni, c’è una gemma nascosta che brilla: la Ciociaria. Se cercate un’esperienza autentica e lontana dal caos dei prezzi e della folla, la Ciociaria è la risposta. Questa provincia, a un passo da Roma, dal mare e da Napoli, offre un rifugio tranquillo e autentico per le famiglie in cerca di una vacanza rilassante e memorabile. Qui, il turismo enogastronomico è il fiore all’occhiello, con una vasta gamma di esperienze che soddisferanno sia i palati più esigenti che gli amanti della natura e dell’arte. Potrete immergervi nella cultura del vino attraverso la scoperta dei vini autoctoni come il Cesanese e il Maturano, godendo di degustazioni nelle cantine storiche lungo la Via del Cesanese o nella pittoresca Valle di Comino. Non dimenticate di provare le eccellenze culinarie locali, come la mozzarella di bufala di Amaseno e i piatti di carne e di pesce preparati dai nostri talentuosi chef. Per coloro che amano l’arte e la storia, le città d’arte della Ciociaria offrono un’ampia varietà di siti da esplorare. Veroli, Alatri, Arpino e Anagni sono solo alcune delle gemme culturali che vi aspettano, con le loro antiche chiese, monasteri …