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Pontecorvo e il suo Peperone DOP

Viaggiando con Gusto

a cura del food writer Alfio Mirone

Prima di parlare di Pontecorvo e del suo Peperone DOP, incontro Patrizia Patini del Ristorante Le Cannardizie di Atina. Patrizia è una grande esperta del settore enogastronomico del nostro territorio. Gli accenno dell’argomento e senza dire nulla, prende un libro scritto da lei su questo tema e me lo regala.

Pontecorvo una terra ricca di tradizioni, giovani appassionati che cercano di rivalutarla, una ristorazione rigorosa e attenta, legata al territorio, ricca di antiche ricette.

Per importanza incontro subito il presidente del consorzio del Peperone Dop di Pontecorvo, Luigi Castrechini.

La sua filosofia è tenere unito il gruppo dei consorziati – l’unione e lavorare per lo stesso obiettivo rende sempre più forti.

Ci incontriamo nel suo ufficio e comincia il racconto sulla storia e l’importanza del Cornetto di Pontecorvo. E’ chiamato anche così per la sua caratteristica forma.

Risale agli inizi del 1800 quando Pontecorvo era sotto il dominio della Santa Sede. Talmente ben apprezzato che intorno alla fine del secolo diventa una delle risorse principali di tutta la zona.

A metà anni 2000, quando è partito l’iter per il riconoscimento della Dop, l’area di produzione, oltre a Pontecorvo comprenderà anche i territori di Esperia (Badia di Esperia), San Giorgio a Liri, Pignataro Interamna, Villa Santa Lucia, Piedimonte S. Germano, Aquino, Castrocielo, Roccasecca e San Giovanni Incarico. L’Iter Dop si è concluso con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 27 marzo 2010

semi da utilizzare vengono selezionati dalle piante migliori e messi a germinare da metà Febbraio a metà Aprile. Trascorso il periodo vengono messi in campo aperto.  Tra Luglio e Novembre la raccolta deve essere effettuata rigorosamente a mano, mentre nel successivo immagazzinamento bisognerà avere cura di non esporlo al sole.

Aver ottenuto il riconoscimento del marchio DOP ha velocizzato la diffusione non solo a livello locale ma anche regionale e nazionale.

Il Peperone Cornetto di Pontecorvo si differenzia da quello classico per la  buccia molto più sottile, per cui risulta essere più digeribile. In cucina si presta a preparazioni di svariate ricette alle quali riesce a conferire un gusto davvero unico.

A metà Settembre come ogni anno si tiene la Sagra del Peperone.

Ringrazio il presidente del consorzio Luigi Castrechini per la disponibilità la pazienza con cui mi ha fatto conoscere la storia del Peperone e vado ad incontrare uno dei principali produttori.

Antonio Pelle titolare della azienda agricola Il Ponte, è un giovane che sta investendo molto in questa attività.

L’azienda nasce ad Esperia per volontà della famiglia Pelle, da sempre impegnata nel mondo dell’agricoltura.

L’amore per la terra e per i prodotti autoctoni ha portato la nuova generazioni alla creazione di una filiera produttiva interamente dedicata al Peperone Dop di Pontecorvo.

Antonio insieme alla sua  famiglia, desiderano guardare  al futuro, forti di una consolidata esperienza e tradizione agricola.

I nostri campi si trovano a Badia di Esperia e da qui, io e la mia famiglia,  vogliamo tracciare il futuro. 

Ci salutiamo e Antonio mi regala qualche prodotto. La cosa che più mi ha fatto piacere, è aver fatto assaggiare il suo peperone ad alcuni ristoranti che hanno immediatamente ordinato il suo prodotto per la preparazione di gustosi piatti.

Questo è il modo per fare crescere la nostra terra: tutti per uno, uno per tutti.

Nel mio lavoro di food writer quello che più mi entusiasma è entrare nelle cucine dei ristoranti. Nel pieno del centro storico del paese ho avuto la fortuna di incontrare un grande Chef Gabriele Capuano nel suo Ristorante Il Borgo.

Tanto bravo nella cucina tradizionale a base di carne, quanto in quella di pesce. A Pontecorvo si risente molto dell’influenza del mare.

Parliamo di materia prima, della provenienza delle sue carni e delle importanti frollature e dei fornitori del pesce, che tutte le mattine glielo consegnano fresco. Parliamo di Tartufi, rigorosamente Bianco e Nero Pregiato, non entra altro prodotto nella sua cucina.

La carta di vini di grande livello. Una mise en place impeccabile. La location è una bomboniera nel pieno del centro storico, curata nei minimi particolari.

I suoi piatti della tradizione rivisitati in chiave gourmet rendono “Il Borgo” uno dei ristoranti più ricercati di tutta la provincia.










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