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Panorama sul castello di Vicalvi

a cura di Chiara Carla Napoletano

14 Maggio 2023

Panorama sul castello di Vicalvi

Panorama sul castello di Vicalvi

Il piccolo Comune di Vicalvi conta meno di 750 abitanti, ma ospita un possente castello di origine Longobarda, situato sulla cima di un monte a 590 metri di altezza, che domina l’intero borgo e parte della Valle di Comino, dov’è ubicato, proprio a ridosso dell’Appennino abruzzese. La storia del castello risale all’epoca pre-romana, intorno al V o IV secolo a.C. I primi documenti attestano la presenza certa del castello dal 937. Dopo essere stato di proprietà dei Longobardi principi di Capua per diversi secoli, nel 1017 passò prima nelle mani di Montecassino, poi, nel XIII secolo, in quelle della famiglia d’Aquino che rafforzò ulteriormente la struttura facendo realizzare un doppio anello di mura ancora oggi visibile sebbene in rovina. Dopo uno scambio di successione tra gli Etendard e di nuovo i conti d’Aquino, il castello passò ai Cantelmo che però decisero di spostare la loro dimora presso il castello della vicina Alvito. Questo segnò l’inizio di un’epoca di decadenza che portò la fortezza a una lenta rovina, fino a quando nel XIX secolo il Duca di Alvito lo cedette alla famiglia Celli.

Segno caratteristico del castello di Vicalvi è una gigantesca croce rossa su una delle facciate del castello, ben visibile anche in lontananza, un chiaro segno di riconoscimento, essendo stato trasformato dai tedeschi in un campo ospedaliero, durante la seconda guerra mondiale.

Attualmente non è possibile entrare nel castello, ma diverse sale sono ancora integre: una cappella con un affresco raffigurante una Madonna Nera, la sala capitolare con archi a tutto sesto e con tracce di camini. Nei pressi del castello si trovano anche dei resti di mura ciclopiche appartenenti a insediamenti pre-romani, forse di una civiltà Sannita.

Non mancano le consuete leggende che ruotano spesso attorno alla figura del castello, una di queste è legata al nome di Alessandra Maddaloni, la cui identità non è certa, che sarebbe stata murata viva dal marito in una delle torri del castello dopo aver scoperto i numerosi tradimenti che la moglie perpetrava con dei giovani che seduceva e poi faceva uccidere di nascosto.

Nel 2022, il castello è stato utilizzato come set cinematografico per il film “Il Pataffio” di Francesco Lagi, tratto dall’omonimo romanzo buffo di Luigi Malerba. Il cast del film è importante, figurano attori come Alessandro Gassman, Giorgio Tirabbassi, Valerio Mastrandrea e altri celebri nomi del cinema italiano, ma anche attori ciociari che hanno recitato come comparse. All’ingresso del castello è stata posta anche una targa celebrativa per ricordare l’avvenimento.










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