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Isola del Liri – Castello Boncompagni Viscogliosi

a cura di Chiara Carla Napoletano

13 Settembre 2023

Isola del Liri – Castello Boncompagni Viscogliosi

Isola del Liri – Castello Boncompagni Viscogliosi

Il castello Boncompagni – Viscogliosi è monumento nazionale e può essere definito il complesso architettonico meglio conservato in tutta la Provincia di Frosinone. Maestoso, è situato su di un masso di travertino che bloccando il passaggio del fiume Liri, lo induce a dividersi in quei due rami che formano le famose cascate alte 27 metri: la Cascata Verticale e la Cascata del Valcatoio. Inizialmente, intorno all’anno Mille, nel luogo dove ora sorge il castello, vi erano delle costruzioni che i monaci benedettini usavano come punti di raccolta e di preghiera con i fedeli. In seguito, a causa delle scorribande di saraceni e turchi, quei luoghi diventarono un rifugio delle popolazioni rurali che scappavano per mettere in salvo se stessi e il bestiame. La storia del castello vero e proprio inizia nel XV secolo con Leonardo Della Rovere, nipote di Papa Sisto IV, che fissò ivi la sua residenza. Alla morte di Leonardo, il castello fu ereditato dal fratello Giovanni, imparentato con Federico di Montefeltro, Duca di Urbino. Proprio in quegli anni, il 5 agosto del 1946, fu organizzata una congiura dai Cantelmo e dai Della Rovere contro gli spagnoli Aragonesi a favore dei francesi Angioini, per preparare la riconquista del Regno di Napoli con il sostegno anche del clero locale. Tuttavia la congiura fu soffocata nel sangue e l’unico a sopravvivere fu Giovanni Della Rovere.

Il castello rimase nelle mani dei Della Rovere fino al 1579, l’anno in cui venne acquistato da Papa Gregorio XIII; si dice che il prezzo pagato fu di 100 mila scudi “di oro in oro”. Il figlio Jacopo fu investito “Duca di Sora e di Arce” il 19 aprile 1580 e divenne possessore del castello alla morte del padre nel 1585, contribuendo al suo ampliamento e abbellimento.

Nel 1796 il ducato fu venduto al Re di Napoli e il castello allora divenne Palazzo Reale. Soltanto 3 anni più tardi, l’esercito francese di passaggio da Napoli e diretto nel Lombardo-Veneto, avendo avuto negato il passo ed essendo stato attaccato da una guarnigione di guardia di Isola, assediò e conquistò la cittadina mettendola a ferro e fuoco e uccidendo grandissima parte della popolazione. Anche il castello subì danni ingenti, tanto che fu ceduto agli industriali Lambert e Mazzetti affinché ne facessero un uso industriale. Sempre per uso industriale, nel 1850 fu venduto a Giuseppe Polsinelli che trasformò i saloni in sale per la tessitura, la filatura e la tintura della lana.

Il castello tuttavia, deve la sua reale rinascita all’ingegnere Angelo Viscogliosi che sfruttò l’energia elettrica prodotta dalle cascate per mantenere la cartiera di famiglia che si trovava nei pressi del complesso. A lui si deve anche la ristrutturazione della cappella di S. Maria, la reinvenzione dei giardini e il salvataggio della Cascata Verticale.

Oggi il castello è affidato alle cure degli eredi, un maestoso gioiello visitabile previo appuntamento.











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