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Pane, nutrimento e simbolo

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a cura di Livia Gualtieri

Il Pane, nutrimento e simbolo è un alimento fondamentale, che non manca mai sulle nostre tavole e che ha una storia plurimillenaria. Risale, nelle prime forme evolute, agli Egizi, primi ad elaborare l’arte della panificazione e a scoprire la lievitazione.

Da loro si diffuse in Israele e poi ai Greci, che la perfezionarono, riuscendo a creare decine di diversi tipi di pani. Alcuni arricchiti da altri ingredienti, oltre a quelli basilari, e primi a panificare di notte, affinché il pane fosse disponibile al mattino.

Poi i Romani, portati a Roma alcuni greci come schiavi, ne appresero la lavorazione e la affinarono ulteriormente, arrivando ad aprire  più di 200 forni pubblici.

Pane, nutrimento e simbolo

Il Pane, nutrimento e simbolo ha attraversato quasi diecimila anni di storia, accompagnando popoli e culture diverse e legandosi ad episodi storici rimasti famosi. Basti pensare alle rivolte popolari nella Francia di Maria Antonietta. 

E’, da sempre, qualcosa di più di un semplice cibo. E’ un simbolo, un valore culturale, un emblema della nostra storia. Scandisce lo scorrere delle stagioni, il lavoro dei campi e le sue fasi, come pure i cicli della vita e i riti di passaggio nelle diverse civiltà, assumendo un valore antropologico.

Racchiude in sé la somma dei quattro elementi perché nasce dal grano, frutto della Terra, è impastato con l’Acqua, lievitato all’Aria e cotto dal Fuoco. Si fa offerta votiva in diverse religioni. E’ l’alimento conviviale per eccellenza, il simbolo dell’unità familiare. Il gesto di spezzarlo e condividerlo unisce e affratella, sfamando non solo il corpo, ma anche lo spirito. Non a caso, la parola compagno deriva dal latino ”cum panis”, ad indicare persona con cui si condivide il pane. E numerose sono le tradizioni che i diversi popoli legano a questo alimento, da tutti considerato sacro.

Come l’usanza ebraica di gettare una pallina di impasto nel forno, prima di cuocerlo, per offrirla a Dio o quella russa di fare gli auguri con il pane. Perché riceverlo da qualcuno fa sì che si sia in debito con lui e non lo si possa tradire.

Lo troviamo fortemente legato alla cultura popolare nei numerosi proverbi e modi di dire che lo citano come paradigma di comportamenti e tratti caratteriali umani. Ed è diffusamente presente nell’arte di tutti i tempi. Dagli affreschi delle civiltà più antiche, passando per quelli della Sala del pane nel Castello di Bentivoglio, nei pressi di Bologna. Per l’Ultima cena di Leonardo, con le pagnotte disposte sul tavolo, per le nature morte seicentesche che lo vedono spesso protagonista. Fino ad arrivare alla baguette blu di Man Ray, a quelle volanti di Magritte e all’autentica ossessione di Dalì per il pane, esplicitata, non solo nel dipingerlo, ma perfino nel commissionare ad un celebre fornaio una stanza il cui arredo era completamente fatto di pane.

E non si può non citarne il profumo inebriante che, passando velocemente davanti ad un forno, ci investe ed avvolge con sentori che sanno di ricordi e nostalgia, capaci di aprire la porta delle memorie più ancestrali










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