
a cura di Livia Gualtieri
Lo street food tra storia e attualità
Lo street food tra storia e attualità
Oggi il cosiddetto ”street food” è molto popolare e diffuso, in forme diverse, in tutto il mondo. Quando mangiamo un panino o un trancio di pizza presso un food truck in una fiera o davanti a uno stadio di calcio, ci sembra che sia un’abitudine del tutto contemporanea e non ci capita mai di pensare a quando possa essere iniziata. Ma la storia e l’archeologia ci insegnano che, in realtà, tutto originò migliaia di anni fa e molte scoperte lo testimoniano.
Lo street food nell’antichità
Già svariati millenni fa ad Atene si vendeva cibo preparato in bancarelle da strada e offerto caldo agli avventori. Tra grida e folle si servivano zuppe di fave e di ceci. E nel porto di Alessandria d’Egitto si potevano gustare pesce fritto o spiedini di carne, praticamente vista mare. Da queste tradizioni all’antica Roma, dominatrice del mondo ai tempi dell’impero, il passo fu breve e inevitabile. I Romani, portatori della loro raffinata e geniale civiltà, non mancavano anche di assimilare le culture dei popoli che annettevano. E così, l’usanza di cucinare cibo da strada si integrò nella cultura romana, nella quale troviamo i thermopolia, sorta di baracchini che consentivano di preparare pietanze in strada e sfamare, non solo gli avventori di passaggio, ma anche gli abitanti delle città, visto che le case popolari, per lo più, non erano dotate di cucina. Le scoperte fatte a Pompei hanno permesso di studiare da vicino questi locali e i cibi facenti parte della dieta del tempo, di cui sono stati ritrovati vari resti.
Lo street food nel Medioevo e oltre
Dal Medioevo in avanti, il contrasto tra le classi abbienti, che potevano permettersi servitù e cuochi, e le classi popolari restò netto. Garzoni e facchini mangiavano abitualmente in strada. Si diffusero così le pâtes francesi e le pie anglosassoni, sorta di torte salate con pasta ripiena di carne o verdure, cibo preferito da minatori e operai durante la Rivoluzione Industriale. E, successivamente, il fish and chips, divenuto un classico della cucina inglese.
Lo street food nell’attualità
Oggi lo street food, al netto dell’origine popolare, non è più considerato solo una cucina povera, ma rappresenta, spesso, l’identità regionale delle varie zone geografiche, portando avanti e, in un certo senso, proteggendo le tipicità che rischierebbero di scomparire, schiacciate dall’elitarietà della cucina raffinata e stellata. E’ così che il panino con la milza siciliano o quello toscano con il lampredotto, come quello laziale con la porchetta o i supplì, le arancine e la pizza, perpetuano la loro tradizione grazie a bancarelle e camioncini. E, nel mondo, il succitato fish and chips o il kebab o gli hot dog (ma la lista sarebbe molto più lunga). Il tutto a testimoniare che la cultura popolare è, in ogni campo, portatrice e baluardo di saperi, mestieri, arti e tradizioni che vanno salvaguardati per far sì che la globalizzazione porti nuove conoscenze e scambi senza cancellare le tipicità locali, così importanti per la nostra identità.