Viaggi diversi
Cosa sono, per noi, i ricordi? Ognuno ha i propri, ognuno dà ad essi più o meno importanza. Ma è certo che facciano parte del bagaglio di vita di tutti. Volendo parlarne, è utile richiamare l’etimologia del verbo ricordare: viene dal latino re-cordari, ossia riportare al cuore. Perché anticamente si credeva che il cuore fosse la sede dell’apprendimento e, quindi, anche della memoria.Tuttora, alcune lingue moderne usano espressioni che contengono la parola cuore per dire ”imparare a memoria”, come il francese apprendre par coeur o l’inglese know by heart. Il ricordo è il collegamento che ci riporta al nostro vissuto, il ponte tra passato e presente che ci permette di custodire le memorie felici e di imparare una lezione da quelle dolorose. Ricordare, dunque, non è mai un inutile esercizio di memoria, ma piuttosto un atto creativo che può stimolare il nostro apprendimento e prenderci per mano nel percorso della vita. Ricordare, a volte, può essere difficile e doloroso. Non tutti i ricordi ci riportano a momenti gioiosi o esperienze gratificanti. Il segreto per accettarli è riempirli di significato, far sì che abbiano una funzione educativa per la nostra crescita personale.Il che significa dar loro il senso di un insegnamento che possa fortificarci e renderci, non certo impermeabili alla sofferenza, ma capaci di accoglierla e superarla con forza e con maturità. E riconoscere a quelli felici il potere lenitivo di un balsamo per le giornate scure. Oltre a considerarli un piccolo tesoro da conservare tra i nostri beni più preziosi.
Il ricordo è un tema caro anche agli scrittori. L’episodio forse più emblematico della storia della letteratura mondiale è quello della ”madeleine” di Proust. Il piccolo dolce è l’espediente, mirabilmente narrato dall’autore, per ricordare un episodio gioioso del passato del protagonista. Ed è un percorso mentale e sensoriale che capita a ciascuno di noi, più volte nella vita. Accade spesso che un sapore, un profumo, una musica, scatenino in noi un ricordo.La connessione profonda che si stabilisce tra l’esperienza sensoriale e la memoria è tipica dei nostri processi mentali. Siamo esseri dalle strutture emozionali complesse, in cui ogni più piccola sensazione può comportarsi come un interruttore in grado di aprire i ”cassetti” della memoria.E, se torniamo all’etimologia che ci riporta al cuore, possiamo facilmente capire perché ricordare sia qualcosa che provoca in noi, sempre, una reazione emotiva, sia essa piacevole o dolorosa. Il segreto per convivere con i ricordi non è addomesticarli, ma accettarli. Accettarli come una parte importante della nostra vita, come l’impronta che essa lascia su di noi, nel nostro animo. Comportarci un po’ come se noi fossimo una spiaggia ed ogni evento della nostra vita il segno che vi resta impresso. Ed accettare che la vita stessa sia l’onda del mare che, a volte, ci lambisce delicatamente ed altre, ci sferza con violenza. Ma, sempre, le maree si ritraggono riportando la quiete.