Storie di tutti i giorni
Svolgo la libera professione da più di dieci anni e ho ascoltato, e ascolto ogni giorno , bambini, adolescenti , adulti, genitori, coppie. Un lavoro appassionante, un concentrato di storie vere, delicate, intrise di sofferenza e gioia, dubbi e inadeguatezze, tracce che segnano le coordinate di una società in crisi.
Attraverso questa rubrica ‘Storie di tutti i giorni‘, condividerò riflessioni e punti di vista nati dall’ascolto di cuori spezzati da un “non ascolto” spesso immobilizzante e generatore di vissuti difficili da metabolizzare, cercando di fornire uno spaccato della realtà diverso, vero, rivelatore.
Inizio con la storia di una ragazza , una storia come tante…
Lei ha 18 anni, tanto dolore da condividere e tanto amore da donare. Cresciuta in un contesto poco attento ai suoi bisogni emotivi e caratterizzato prevalentemente da critiche continue, percosse e denigrazioni laceranti. Arriva nel mio studio con un’autostima inesistente, accompagnata da profondo disorientamento e mancanza di obiettivi.
Un percorso costante, a tratti scomodo, ha contribuito a delineare nuove consapevolezze e , soprattutto, a godere di una motivazione che ha contraddistinto vissuti nuovi e gratificanti. Oggi ha voglia di fare, impegnarsi, investire nelle sue splendide risorse, raggiungendo anche ottimi risultati. In tre parole , inizia a piacersi.
Confrontarmi con lei è un privilegio, sono sempre stata attratta dal mondo dei giovani, penso che abbiano ricchezze da condividere, basta riuscire a trovare la “combinazione emotiva” giusta per aprire la cassaforte dei loro pensieri.
Questa piccola donna, di recente, ha condiviso con me la stanchezza, la preoccupazione e lo stress legati ad un evento familiare destabilizzante. I suoi genitori vivono una profonda crisi di coppia e lei trascorre le sue giornate tra urla, scenate e assenze. Non riesce ad impegnarsi a scuola, non dorme perché i suoi genitori litigano anche di notte. Le pesa essere stata scambiata per il confessionale di sua madre. Le vomita, puntualmente, addosso tutto il rancore , i dubbi, le paure, l’aggressività che nutre verso suo marito. La giovane è stanca, cerca di accogliere la donna attraverso l’ascolto e una vigile presenza (sua madre ha tentato più volte di farsi del male). Con la convinzione che un genitore dovrebbe non coinvolgere così nel profondo il proprio figlio in questioni di “coppia”.
La ragazza stessa ha affermato: “Dottoressa, secondo lei è giusto che io faccia da madre a mia madre?”.
Pian piano, attraverso la condivisione e l’ascolto di cui la giovane donna ha goduto nei nostri incontri, unito ad un percorso di coppia suggerito ai genitori, che hanno accolto la mia proposta di rivolgersi ad un esperto, lo stato emotivo dei singoli è in via di miglioramento.
Perché ho scritto queste riflessioni?
Per due motivi: In primo luogo, quando un giovane manifesta comportamenti “strani”, quelli che noi etichettiamo come discutibili e non in linea con la “buona educazione”, c’è sempre un perché che, spesso, non individuiamo. In secondo luogo, quando si attraversano passaggi delicati e critici sia individuali che di coppia, rivolgersi ad un esperto in grado di accompagnarci in un percorso di nuove consapevolezze. Ciò significa riservare a noi stessi e a chi amiamo un’attenzione intelligente e funzionale al ripristino di nuovi equilibri. La chiamano prevenzione, non follia.
Se volete proporre un tema o esprimere un commento potete farlo scrivendo a : marcella.ciapetti@libero.it