Prima e dopo il virus
Sapremo utilizzare questo periodo del corona virus ? O lasceremo, dietro di noi e in noi, solo un clima di paura sociale e individuale? Questo il grande interrogativo esistenziale che emerge nel tempo dell’epidemia sociale più importante dal dopoguerra in poi. Infatti, prima del covid, le epidemie riguardavano in particolare il terzo mondo (ebola ad esempio) o comportamenti a rischio degli occidentali (vedi hiv). Qui invece stiamo di fronte a una pandemia che non è confinabile ai comportamenti o alle zone. Come in un film da day after il virus non guarda in faccia nessuno. Centinaia di migliaia finora i ‘positivi’ in tutto il mondo e diverse migliaia i morti. Non ‘rassicurano’ affatto i tentativi all’anglosassone (Trump e Johnson ) di mettere in conto preventivo qualche centinaia di migliaia di morti proprio per cercare di controllare in modo pseudorazionale l’andamento dell’epidemia . Un tentativo, vano, della ragione occidentale di credere che questo ‘incidente’ della storia possa essere una parentesi per poi riprendere la solita vita, economica , sociale, individuale. Non è così. La correzione agli stili di vita che il coronavirus sta imponendo all’Occidente, in particolare, è profonda e implica un ripensamento sul modello di sviluppo liberista e capitalista.
Finora il nostro mondo credeva che un’espansione continua, dei mercati, del consumo, del lusso fosse irrefrenabile. Una corsa continua a cercare di conquistare nuovi mercati, nuovi spazi, nuovi paesi : Tanto è vero che le fonti di energia , in primis il petrolio erano diventati il grande oggetto del desiderio del nuovo e vecchio imperialismo. La continua terza guerra mondiale e pezzettini, come la definisce Papa Francesco, era in azione con milioni di morti, in particolare civili. Tutto questo non faceva né caldo né freddo ai grandi media nazionali e internazionali. Si sono viste cose inaudite, assassini mirati, sterminio e occupazioni di territori, fermandosi giusto in tempo per non scatenare una guerra atomica. Tutto il resto era permesso. Alla falsa coscienza dell’Occidente interessava solo il margine di profitto. La paura era solo confinata a un altro crack finanziario mondiale come nel 2008.
Questo era il mondo prima del coronavirus. Questo non potrà essere il mondo dopo il coronavirus. La ‘decrescita’ internazionale che qualche voce isolata chiedeva nel ‘deserto’, s’imporrà, volenti o nolenti. Quando finirà, soprattutto l’Occidente, dovrà ripensare il ruolo dello Stato, finora pesantemente penalizzato da un liberismo che trovava un mainstream sempre pronto al conformismo dei mercati. In particolare quello finanziario. Cioè il vero falso dio dell’Occidente. Quello che permetteva liberismo e libertarismo sconfinati. Non regolati da niente e da nessuno. Quello per cui la gente s’ammazzava di lavoro per cinque giorni per poi dimenticare se stessi nei fine settimana, per poi ricominciare. Era il mondo della ‘merce’, di marxiana memoria. Dove tutto si poteva vendere e comprare, come nel famoso passo dell’ Apocalisse.
Ora tutto questo è finito. Impariamo la lezione .