L’escursione proposta in questa puntata, si svolge partendo da un altopiano ormai molto noto agli amanti della montagna. Parliamo di Prati di Mezzo, pianoro montano del comune di Picinisco, a circa 12 km dal centro abitato. Alla base delle suggestive Cime delle Mainarde, confine naturale tra Lazio e Molise muovendoci nel versante laziale del Parco Nazionale Lazio Abruzzo e Molise.
Le Mainarde, hanno rappresentato parte del fronte montano della Linea Gustav.
Teatro di sanguinosi scontri verificatesi durante la Campagna d’Italia, nella seconda guerra mondiale a partire dall’inverno del 1943, fino alla primavera del 1944, tra le truppe tedesche asserragliate sulle propaggini rocciose e le truppe degli alleati impegnate nello sfondamento della linea difensiva nazista.
L’areale in cui ci muoviamo è stata e tuttora viene vissuta da “pastori transumanti”. Rappresentando una meta ambita per l’alpeggio estivo del bestiame bovino ed ovicaprino. Di fatti il territorio di Picinisco è rinomato per la produzione casearia di pecorino DOP.
Partendo dal parcheggio di Prati di Mezzo (1401 m), prendiamo la sterrata sulla destra, lasciandoci alle spalle la pineta dell’area camping e il punto di ristoro “Il Baraccone”.
Si aggira il Monte Nese (1632 m) salendo lungo la Valle Forestella. Pieghiamo verso sinistra e seguiamo l’evidente tracciato all’ombra di faggi ancorati sulle rocce affioranti. Uscendo dal margine del bosco si apre la vista su di un pianoro solcato lateralmente da rivoli d’acqua. Sul quale insistono vecchie cinture in pietra che costituivano antiche recinzioni per greggi.
Si intercetta il sentiero ufficiale CAI – N2, che con una lieve pendenza.
Ci porta lentamente ad immergerci in un paesaggio lunare. Arricchito da prati verdi e massi erratici trasportati da un antico ghiacciaio, in un’ampia valle racchiusa tra le pareti rocciose del Monte Predicopeglia (1946 m) e Monte Forcellone (2030 m) sulla destra e Costa della Cicogna sulla sinistra.
Lo scenario, apparentemente inospitale, costituisce uno dei territori di espansione del Camoscio appenninico.
Specie tutelata e protetta da oltre 100 anni, ancor prima dell’istituzione del Parco Nazionale.
Con buona fortuna e rispettoso silenzio potremmo aguzzare la vista per osservarli inerpicarsi sui picchi rocciosi. Altre specie importanti che colonizzano l’areale sono l’Aquila Reale, il Biancone, il Culbianco, i Gracchi corallini, e molte altre.
Proseguiamo lungo il sentiero segnato CAI – N2 fino a giungere alla sorgente Fonte Fredda. Le gelide acque emergono alla base di una grande roccia, al di sotto del Monte Cavallo (2039 m).
Dopo una pausa ristoratrice, proseguiamo per un breve tratto aggirando la sella Nord del M.Cavallo. Arrivando in Valle Venafrana, a circa 1758 m di quota, in cui possiamo rivolgere lo sguardo sulle vette più significative. Coste dell’Altare, Monte a Mare (2160 m). La Metuccia (2102 m) e La Meta (2242 m) a Nord-Ovest, Monte Mare (2020 m) e Monte Ferruccia (2005 m) a Sud-Est.
Senza proseguire oltre si torna indietro sul sentiero N2, questa volta però seguendo la pista da sci nel tratto finale.
Piegando verso Nord e lasciando verso sinistra Monte Nese, sfociando nuovamente a Prati di Mezzo, punto di partenza del nostro percorso.
Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche
Info e contatti:
micro.cosmo85@gmail.com