Dog trekking a 6 zampe

Trekking… a 6 zampe

Trekking… a 6 zampe Fare trekking assieme ai propri amici pelosetti può essere un’esperienza positiva e bella da condividere, ma può diventare anche stressante e difficile da gestire, per questo motivo è sempre bene affidarsi a un professionista in grado di tenere sotto controllo la situazione. Alessandra Massimi , istruttrice di trekking, si è appassionata alla montagna da ragazzina, quando accompagnava il papà in giro per i boschi a raccogliere funghi, da allora i km macinati sono aumentati anno dopo anno, come anche l’amore per gli animali e in particolar modo per i cani. Alessandra mi viene incontro assieme ai suoi due inseparabili amici: Ettore, un bulldog francese e Frida, un cane pastore nero di media taglia. I primi a salutarmi sono proprio loro, mi scrutano e annusano per alcuni secondi sentenziando infine di poter essere loro amica. Il nostro incontro avviene a Serrone, in una rara soleggiata giornata di primavera, visto il periodo di piogge che poi abbiamo vissuto nelle settimane a seguire. Decidiamo di sederci all’ombra, su una panchina della piazzetta che affaccia sulla campagna circostante, Frida ed Ettore sdraiati accanto a noi come se volessero ascoltare la nostra conversazione. Da quanto tempo hai creato “la casa del Dog trekking” e quali sono i percorsi che generalmente proponi al tuo seguito?  Ufficialmente sono 3 anni. È stato un percorso graduale, ho iniziato uscendo con amici o da sola assieme a Frida per poi, nel tempo, iniziare a proporre le uscite anche a chi aveva la mia stessa passione. Anno dopo anno, il numero è aumentato e ora siamo un bel gruppetto a ogni escursione. Di solito propongo percorsi in Ciociaria o al confine, le mete preferite sono zone fresche dove ci sia anche l’acqua in modo che i cani possano rinfrescarsi: Collepardo, Capofiume, Subiaco, Trevi, Vallepietra, Canterno e tanti altri. Quali sono le condizioni per poter …

Castello di Vicalvi panorama

Panorama sul Castello di Vicalvi

Panorama sul Castello di Vicalvi Il piccolo Comune di Vicalvi conta meno di 750 abitanti e ospita un possente castello di origine Longobarda. Situato sulla cima di un monte a 590 metri di altezza, che domina l’intero borgo e parte della Valle di Comino, dov’è ubicato, proprio a ridosso dell’Appennino abruzzese. La storia del castello risale all’epoca pre-romana, intorno al V o IV secolo a.C. I primi documenti attestano la presenza certa del castello dal 937. Dopo essere stato di proprietà dei Longobardi principi di Capua per diversi secoli, nel 1017 passò prima nelle mani di Montecassino, poi, nel XIII secolo, in quelle della famiglia d’Aquino che rafforzò ulteriormente la struttura facendo realizzare un doppio anello di mura ancora oggi visibile sebbene in rovina. Dopo uno scambio di successione tra gli Etendard e di nuovo i conti d’Aquino, il castello passò ai Cantelmo che però decisero di spostare la loro dimora presso il castello della vicina Alvito. Questo segnò l’inizio di un’epoca di decadenza che portò la fortezza a una lenta rovina, fino a quando nel XIX secolo il Duca di Alvito lo cedette alla famiglia Celli. Segno caratteristico del castello di Vicalvi è una gigantesca croce rossa su una delle facciate del castello, ben visibile anche in lontananza, un chiaro segno di riconoscimento, essendo stato trasformato dai tedeschi in un campo ospedaliero, durante la seconda guerra mondiale. Attualmente non è possibile entrare nel castello, ma diverse sale sono ancora integre: una cappella con un affresco raffigurante una Madonna Nera, la sala capitolare con archi a tutto sesto e con tracce di camini. Nei pressi del castello si trovano anche dei resti di mura ciclopiche appartenenti a insediamenti pre-romani, forse di una civiltà Sannita. Non mancano le consuete leggende che ruotano spesso attorno alla figura del castello, una di queste è legata al …

Ristorante da Tony

Ausonia e Coreno Ausonio, il volto più a sud della Ciociaria

Viaggiando con Gusto a cura del food writer Alfio Mirone Comincio questo viaggio sottolineando quanto sia bello questo scorcio della Ciociaria. Mi spingo nella parte più a sud della provincia, visitando Ausonia e Coreno Ausonio. Oltrepassato i Monti Aurunci, comincio ad annusare il profumo dell’aria del mare, la vicinanza con la costa si fa sentire. C’è tanta contaminazione, a partire dai menù che sbircio nei vari ristoranti, dove per alcuni impera il pesce e per altri vige la regola della tradizione, con la materia prima che proviene dalla terra. Il primo incontro è  per l’ora di pranzo al Ristorante da Tony ,  ad Ausonia. Tony Di Nardo Chef di lungo corso. E’ conosciuto in tutta la provincia e in gran parte del lazio per la sua cucina di pesce. Ha estimatori ovunque. Prima di intraprendere questo percorso, in tanti mi hanno parlato della sua grande cucina. Ci accomodiamo nel salottino all’ingresso e un gustoso aperitivo ci accompagna per la conoscenza. Con orgoglio e un sorriso disarmante Tony inizia a raccontarsi partendo dalla giovanissima età ai tempi della scuola alberghiera. Volevo fare il pasticcere – mi racconta- , ma oltre gli  insegnamenti dei docenti, ovunque andassi a lavorare, nessuno voleva insegnarmi niente dell’arte pasticcera. Tutti così gelosi, da tenermi lontano dalla preparazione di tutti i loro dolci. Fortunatamente era cosi prepotente la voglia di avere una mia cucina e lavorando sodo vicino a grandi Chef, che questa passione si concretizza con l’apertura del mio primo ristorante. Abbiamo il mare così vicino, sono cresciuto professionalmente a Formia e la mia specialità è la preparazione di piatti a base di pesce. Amo cucinare con questa materia prima, amo il mare, amo il suo colore azzurro e ora tutta la mia clientela viene per assaporare questo tipo di cucina. Ma avendo anche un mio orticello, con un …

Trekking

Riserva Naturale Regionale Lago di Posta Fibreno

Natura in cammino – Alla scoperta dei tesori naturalistici del Lazio a cura di Giovanni Castellucci Guida Ambientale Escursionistica Riserva Naturale Regionale Lago di Posta Fibreno Attraversare un territorio a piedi, con occhi attenti e curiosi, permette di viverne gli aspetti più intimi e essenziali. Lentamente ci si muove, assorbendo il paesaggio con tutti i suoi “attori”, le sue forme esonorità. Primo tratto L’itinerario attraverso il quale voglio condurvi, è appunto interno al territorio della Riserva Naturale del lago di Posta Fibreno. Suggerendovi un percorso che si snoda e si collega con gli ambienti peculiaridell’area protetta. Partendo da Piazza Carpello, in riva al lago, iniziamo il percorso intraprendendo il Sentiero Catannovo subito a ridosso dell’abitato. Salendo nel tratto iniziale lungo la collina che si specchia sul lago, dallaquale si aprono diversi scorci panoramici, approfittando dei punti di sosta per l’unico tratto di salita dell’intero itinerario. L’ambiente circostante rimarca i connotati di un bosco misto, tra querce, olmi, ornielli, ginepri. Dimora di svariate specie animali, come il tasso, l’istrice, la faina, la donnola, l’allocco, il picchio, la ghiandaia e molte altre appartenenti a questo habitat forestale. Particolarità da osservare dopo pochi minuti dalla partenza, sono le doline carsiche Valle Risa e Fossa Canini. Che mettono in risalto alcuni degli aspetti paesaggistici legati al fenomeno ricorrente del carsismo della Riserva. Seguendo il tracciato, che fungeva in passato da mulattiera, si possono osservare terrazzamenti con muretti a secco e oliveti. Una cavità utilizzata in passato come ricovero per animali, richiamo della cultura contadina di tempi passati. Subito dopo si riscende sulla piana del lago, e a circa un chilometro, in uscita dal sentiero “Catannovo”, si torna sulla strada principale per imboccare il sentiero “Taurino”. Costeggia la sponda sinistra del lago per circa cinquecento metri, su di una agevole passerella in legno, dalla quale ci …

Trekking

Percorsi naturalistici e Trekking – La Val Canneto

Natura in cammino – Alla scoperta dei tesori naturalistici del Lazio a cura di Giovanni Castellucci Guida Ambientale Escursionistica Cascata dello Schioppaturo La Val Canneto E’ nel cuore verde della Val Comino, solcata dalle acque limpide e fresche del fiume Melfa, si apre la Val Canneto, caposaldo di natura incontaminata del versante laziale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (P.N.A.L.M.), antica via di scambio tra le terre Ciociare e quelle dell’Alto Sangro. Partenza L’itinerario è raggiungibile dal paese di Settefrati, che rappresenta prevalentemente il comune di competenza del territorio in questione. Seguendo la strada provinciale per circa 9 km che dal centro storico porta al Santuario della Madonna di Canneto (1021 m s.l.m.), luogo di culto da dove si diparte il nostro percorso. Il sentiero CAI da seguire è l’F2. Segnalato ed ufficializzato dall’Ente Parco, lasciamo alle spalle il santuario e seguendo una sterrata, ci inoltriamo lungo il sentiero boscato. Il suono dello scorrere veloce dell’acqua fa da sottofondo al nostro lento fluire, assorti nell’equilibrio dinamico della natura, tra boschi di faggio e panoramiche vedute. Diversi salti d’acqua e cascatelle si susseguono lungo il tracciato. Una delle manifestazioni più vistose e degna di nota, è senz’altro la Cascata dello Schioppaturo a 1200 m di altezza. Famosa anche per la visita “meditativa” di Papa Giovanni Paolo II nel 1985. Si segue pian piano, il sentiero, fino ad affacciarsi sulle spettacolari marmitte fluviali. Formate dall’azione erosiva del corso d’acqua special modo in prossimità delle cascate. Evitiamo di lasciare il sentiero principale pur entrando nel letto del torrente. La particolare vocazione ad ospitare parte del ciclo biologico di diversi importanti anfibi ed invertebrati tipici dell’ambiente lotico delle forre appenniniche. Fonte Cimentara – Marmitta fluviale Camminare in punta di piedi e rispettare l’ambiente circostante. E’ l’approccio con cui ci si può sentir parte …

trekking

Natura in cammino – Alla scoperta dei tesori naturalistici del Lazio

a cura di Giovanni Castellucci – Guida Ambientale Escursionistica Riserva Naturale Regionale Lago di Posta Fibreno Attraversare un territorio a piedi, con occhi attenti e curiosi, permette di viverne gli aspetti più intimi ed essenziali. Lentamente ci si muove, assorbendo il paesaggio con tutti i suoi “attori”, le sue forme e sonorità. L’itinerario attraverso il quale voglio oggi condurvi, è appunto interno al territorio della Riserva Naturale di Posta Fibreno, suggerendovi un percorso che si snoda e si collega con gli ambienti peculiari dell’area protetta. Partendo da Piazza Carpello, in riva al lago, iniziamo il percorso intraprendendo il Sentiero Catannovo, subito a ridosso dell’abitato, salendo nel tratto iniziale lungo la collina che si specchia sul lago, dalla quale si aprono diversi scorci panoramici, approfittando dei punti di sosta per l’unico tratto di salita dell’intero itinerario. L’ambiente circostante rimarca i connotati di un bosco misto, tra querce, olmi, ornielli, ginepri, dimora di svariate specie animali, come il tasso, l’istrice, la faina, la donnola, l’allocco, il picchio, la ghiandaia e molte altre appartenenti a questo habitat forestale. Particolarità da osservare dopo pochi minuti dall’inizio, sono le doline carsiche Valle Risa e Fossa Canini, che mettono in risalto alcuni degli aspetti paesaggistici legati al fenomeno ricorrente del carsismo della Riserva e successivamente seguendo il tracciato, che fungeva in passato da mulattiera, si possono osservare terrazzamenti con muretti a secco, oliveti e una cavità utilizzata in passato come ricovero per animali, richiamo della cultura contadina di tempi passati. Si riscende sulla piana del lago dopo circa un chilometro e in uscita dal sentiero “Catannovo”, si torna sulla strada principale per imboccare subito il sentiero “Taurino” che costeggia la sponda sinistra del lago per circa cinquecento metri, su di una agevole passerella in legno, dalla quale ci si può godere la vista di una moltitudine …