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La Vendemmia: dall’Uva al Vino

a cura di Alfio Mirone

22 Ottobre 2022

l momento del passaggio dall’uva al vino è un vero e proprio viaggio. Raccolta e condivisione sono le parole chiavi che rappresentano questo magico momento, che racchiude tradizione e innovazione. È l’occasione che riunisce tutte le persone a lavorare fianco a fianco per intere settimane. 

È la festa della vendemmia

Viaggiando lungo queste strade della Via del Cesanese e percorrendo questi vigneti, noto i lavoratori intenti ad osservare il loro panorama perfetto “i filari della vigna”. Mi guardo intorno e oltre al cielo limpido e azzurro, apprezzo l’odore dell’erba e della terra. Ascolto il rumore dei trattori accesi che aspettano di esser caricati di uva.

La mia vendemmia parte da qui a Piglio, nel contesto di un paesaggio collinare meraviglioso, presso l’azienda vitivinicola Petrucca e Vela. Una meravigliosa tenuta che produce principalmente Cesanese, in nostro vino di eccellenza. Tiziana e Fabrizio controllano che tutto sia ben sistemato con la voglia di iniziare a toccare, con le loro mani esperte, i grappoli di uva rossa, tipici di questo territorio.

Quello della vendemmia è un momento importante per queste terre. I filari si sviluppano in modo ordinato uno accanto all’altro. Una volta messo i guanti, guardo i lavoratori che raccolgono l’uva con gesti meccanici e mirati. Le mani che afferrano il grappolo e le cesoie che con un taglio netto, permettono al grappolo di cadere nei cesti e io cercando di imitarli alla lettera, compio gli stessi gesti. Il momento più bello è stato la merenda che si è consumata durante il lavoro. Una bottiglia di vino, formaggio e salumi (rigorosamente della macelleria Minori di Serrone) …ma la cosa bella era che il cibo si divideva fra tutti “si spezzava il pane assieme agli altri”, compresa la famosa ciambella serronese.

L’uva farà l’ingresso in cantina e avrà l’onore di trasformarsi in vino. Ciò che un tempo veniva fatto a piedi nudi nei tini di legno, oggi viene controllato e meccanizzato. L’uva viene scaricata, il graspo eliminato, i chicchi vengono selezionati. Il mosto e bucce fermenteranno per qualche settimana fin quando non verranno divisi nella fase della svinatura. Dopo questa fase, il vino dovrà riposare per qualche tempo e senza fretta, maturare. Per poi essere imbottigliato e venduto.

Mi trasferisco da Piglio a Monte San Giovanni Campano in località Colli per godermi un’altra fantastica vendemmia. Questa volta una vendemmia che proviene da agricoltura biodinamica.

Destinazione Cantina Monticiana gestito da una meravigliosa coppia, Fabio Marra e sua moglie Simone Broncard. Due dolci sposi che si dividono tra le loro vigne e uliveti a Colli, il Belgio e il Canada. La Cantina Monticiana attualmente lavora su 2500 viti (con una produzione di circa 3000 bottiglie) coltivate a Cesanese, Trebbiano Malvasia e Moscato di Terracina e 700 piante di ulivi divisi tra quattro cultivar: frantoio, leccino, moraiolo e pendolino.

La coltivazione di un vigneto con metodo biodinamico inizia già prima dell’impianto. Infatti occorre preparare bene il terreno con sovesci ripetuti e letame ben compostato. La potatura del vigneto, ovviamente manuale, viene fatta nella prima parte della primavera e successivamente, in pieno periodo vegetativo, per diradare e portare alla luce i grappoli. La vendemmia, rigorosamente fatta a mano, viene programmata a seconda del grado di maturazione dell’uva. Tutta l’uva raccolta viene vinificata immediatamente dopo la vendemmia. Il disciplinare Biodinamico vieta l’uso di lieviti selezionati per mantenere il vino il più naturale possibile. I loro vini non sono né filtrati né chiarificati, usando solo il minimo indispensabile di solfiti.

Fare la vendemmia in questa cantina ha aumentato in me l’amore per la natura. Qui si seguono due regole molto rigide: lavorare con il sorriso e fermarsi quando si ha bisogno di dissetarsi con un buon bicchiere di vino e un tocco di pane casereccio. Solo coccolando l’uva in questo modo il vino può diventare poesia imbottigliata. 










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