a cura di Edoardo Ciervo
Malina Malina al Circolo Fanfulla
Malina Malina al Circolo Fanfulla
Un intreccio affascinante fra arte sonora e visiva
Il 16 maggio scorso, presso il Circolo Arci Fanfulla – situato nel cuore del quartiere Pigneto – si sono esibiti i MALINA MALINA, giovane trio berlinese che propone un mix innovativo fra musica ambient e pop sperimentale, inquadrando il tutto all’interno di un concept sulla dualità dell’essere umano (ecco spiegata l’epanalessi, la ripetizione, nel nome del collettivo). Nonostante la loro base operativa sia proprio Berlino, il gruppo è tedesco soltanto per un terzo, in quanto composto dalla cantante polacca Maja Olendrek, il tastierista italiano Michelangelo Contini e la bassista (lei sì, originaria di Berlino) Lea Nielmann; differenti origini che si rispecchiano in un sound totalmente originale ma caratterizzato proprio da una forte impronta europea.
MALINA MALINA
A fare da cornice al “quadro impressionista” dei MALINA MALINA c’è l’atmosfera mistica e suggestiva del Circolo Arci Fanfulla, storico club della capitale, rinomato per essere uno dei punti di riferimento per artisti emergenti e indipendenti di tutta Europa. Il locale in sé ha una grandezza modesta, ma questa contribuisce a rafforzare il clima intimo e familiare che ha sempre contraddistinto questo piccolo gioiello della “nightlife” capitolina.
Dopo un “antipasto” musicale a base di downtempo (un sottogenere della musica elettronica nato in Inghilterra, caratterizzato da ritmi pesanti, lenti e ipnotici) servito dal Dj di casa Albertino, il pubblico si riunisce di fronte al palco, le luci si abbassano e i tre dei MALINA MALINA prendono posizione. Dietro di loro, in fondo al palco, c’è un telo su cui vengono proiettati spezzoni di filmati in bianco e nero: edifici rurali immersi in paesaggi innevati, primi piani di animali, figure umane che danzano in modo eccentrico; questi i principali soggetti di un viaggio visivo che si fonde perfettamente con il sound del trio di Berlino.
I battiti elettronici del synth
ll gruppo inizia la propria esibizione: è il tastierista a dare il via alle danze con i suoni minimali del sintetizzatore che gettano la sala in un clima etereo, a tratti mistico, spezzato soltanto da alcuni battiti aritmici (sempre opera del tastierista) che richiamano il pubblico alla “realtà”. Passa più o meno un minuto, i battiti elettronici del synth progressivamente “trovano” un proprio ritmo e le note di basso in controtempo vanno a completare questo “muro sonoro”. Ed è dopo questa introduzione strumentale che la voce del gruppo fa il suo ingresso; un timbro chiaro, quasi angelico, dalla notevole estensione vocale (e) che, a tratti, mi ha ricordato la nota cantautrice islandese Bjork. Ciò che sicuramente “salta all’orecchio” durante l’esibizione dei MALINA MALINA è il variegato bagaglio di influenze musicali che, tra l’altro, si rispecchia proprio nella diversità del loro repertorio: nonostante il genere di riferimento rimanga il pop sperimentale, c’è spazio per sonorità come quelle della musica techno, quelle del pop rock anni ’70 e anche qualche richiamo al post-punk dei primi Bauhaus (mi riferisco al gruppo britannico che prende il nome dalla ben più nota scuola d’arte tedesca).
Circolo ARCI Fanfulla
I circa quarantacinque minuti di esibizione scorrono in fretta, fra il sound moderno del trio e le immagini suggestive proiettate sullo sfondo del palco, in un percorso musicale che ricerca la propria completezza proprio nell’elemento visivo. Allora non rimane altro che ringraziare i MALINA MALINA per questa autentica esperienza ed il Circolo ARCI Fanfulla per lo spazio che, ancora una volta, ha messo a disposizione di giovani artisti emergenti e indipendenti.