a cura di Livia Gualtieri
Il museo dei cuori infranti a Zagabria
Il museo dei cuori infranti a Zagabria
Quando si parla d’amore si pensa al lato romantico e passionale di ogni singola relazione, all’iniziale batticuore, al corteggiamento, a tutte le fasi attraverso le quali si percorre questo cammino di condivisione e unione. E, spesso, ne scopriamo anche il lato letterario. Le grandi storie, vere o immaginarie, che hanno riempito pagine e tomi di parole appassionate.
La fine del viaggio amoroso
Non è così spontaneo, invece, pensare alla fine del viaggio amoroso, a quando un sentimento finisce e due persone che si erano amate si separano. Il più delle volte, questo si traduce in un senso di vuoto, di lutto, portando con sé liti e recriminazioni, accuse reciproche e strascichi polemici. Ma non sempre è così. Ci sono anche storie che finiscono in maniera civile, con reciproca consapevolezza che tutto è in continuo divenire e, come tale, può mutare e avere un termine.
Il museo delle relazioni interrotte
E, proprio da una situazione come questa, è nato un inconsueto museo che vuole essere un inno all’amore un po’ alternativo. Si tratta del Museo delle relazioni interrotte o dei cuori infranti, fondato a Zagabria nel 2006 da due artisti, un tempo compagni di vita, che si erano lasciati e desideravano che la loro storia d’amore non si dissolvesse nel nulla. Fu così che i due raccolsero gli oggetti che avevano rappresentato il loro amore in una mostra, affinché non andassero perduti.
Ricordi e oggetti di amore
Ogni amore crea una lunga serie di ricordi, tra lettere, regali, fotografie, oggetti per la casa, magari acquistati insieme, che, all’atto finale, divengono protagonisti di suddivisioni tra ex partner o rifiuti, in un impeto quasi iconoclasta di cancellazione di ogni ricordo doloroso. Non così in questo museo che, nel tempo, ha visto aggiungersi e sostituirsi non solo i ricordi dei due fondatori, ma anche quelli di utenti di tutto il mondo che sono invitati ad inviarli, in una raccolta in continua evoluzione, articolata in tre sezioni: una fisica con gli oggetti inviati; una virtuale con un sito sul quale si possono caricare immagini e ricordi scritti ed una interattiva che raccoglie files audio con testimonianze dirette.
L’idea terapeutica della condivisione
Quale che sia la motivazione reale che spinge ogni utente a voler prendere parte a questa iniziativa, c’è una componente terapeutica nell’idea di raccontare le proprie esperienze ad altri. Una sorta di seduta di gruppo in cui superare la perdita attraverso la condivisione e la partecipazione emotiva. Un modo originale per salvare, almeno in parte, l’idea di amore come unione, pur nella separazione. Insieme è sempre il mezzo per affrontare ogni prova della vita in modo costruttivo e tale da lenire il dolore e crescere come esseri umani. E l’arte, in tutte le sue forme, non può che creare bellezza e indurre riflessione e crescita, anche nelle traversie della vita