Osteria for de porta a Marino Osteria for de porta a Marino La paura dona le ali al coraggio “L’idealismo, la dignità della ricerca pura, il desiderio di perseguire la verità in tutte le sue forme, sono tutte cose bellissime, ma prima o poi arriva un momento in cui si comincia a sospettare che esista una qualche verità reale , e che questa verità sia che tutto l’infinito multidimensionale dell’ Universo è quasi certamente governato da un branco di pazzi . E se si arriva a dover scegliere fra il passare altri dieci milioni di anni a cercare di scoprire questa semplice verità e il prendere i soldi e scappare , io personalmente sceglierei quest’ultima possibilità”. D.Adams Decifrare il linguaggio significa spesso riuscire a capire verità riguardo a noi stessi che non siamo in grado di cogliere nella nostra vita quotidiana. Per questo quando si sogna si ha una percezione molto più equilibrata di quello che sta succedendo nella nostra vita. Sentire che manca qualcosa ma non riuscire a definire cosa, è una sensazione molto comune. Ci si sente così perché abbiamo tutti un pezzo mancante; per alcuni è un piccolo frammento, per altri è un enorme tassello. Tutti, nella vita, ci siamo lasciati alle spalle una parte di noi. C’è chi, per cercare di ritrovare il pezzo mancante, gira il mondo, chi prova tante esperienze. E quasi nessuno trova mai la pace. L’Autostoppista vaga per la vita preferendo le strade non battute, ricercando esperienze ed emozioni sublimi. Sceglie in quali scorci fermarsi per riposare e in quali incroci rallentare per riflettere, con la consapevolezza che il suo cammino non è una gara, la competizione non esiste se non con sé stesso, perché il suo percorso vuole essere unico. È attraverso il viaggio che ha voluto non essere schiavo delle aspettative altrui, per capire cosa rende lui stesso felice davvero. Prendendo in considerazione le infinite possibilità che …
Vini Dino Limiti
Vini Dino Limiti Prefazione Nel mio precedente articolo per D’O – DiOrigine Estate024 , ho avuto il privilegio di raccontare la storia dell’ Azienda Agricola Dino Limiti , un’impresa che incarna l’eccellenza e la passione nel cuore dei Castelli Romani. Tuttavia, ci sono momenti in cui un incontro con piccole aziende che condividono valori come il rispetto e il buon senso, risveglia in me un desiderio irresistibile di esplorare ulteriormente e condividere nuove prospettive. Quando penso a Dino Limiti, non posso fare a meno di immergermi nella loro filosofia unica, che sposa l’arte del vino con un profondo rispetto per la terra e un’incessante ricerca di perfezione. È proprio questa fusione tra tradizione e innovazione che rende ogni visita alla loro cantina un’esperienza indimenticabile, un viaggio sensoriale attraverso paesaggi di aromi e storie raccontate da ogni sorso. Vini Dino Limiti La magia del vino nel cuore di Marino Incastonata nel cuore dei Castelli Romani, l’Azienda Agricola Dino Limiti di Marino è molto più di una semplice cantina: è un santuario di passione e dedizione, un luogo dove ogni bottiglia racconta una storia di tradizione e innovazione tramandata da generazioni. Fondata dal nonno Tullio e portata avanti con amore dai suoi discendenti, questa azienda è un faro di eccellenza vitivinicola, dove l’arte del vino viene coltivata con cura e rispetto per la terra. I Vini di Dino Limiti: un viaggio sensoriale Entrare nella cantina di Dino Limiti è come varcare una soglia temporale, dove il tempo si ferma per lasciar spazio ai sensi. Ogni vino prodotto è un’opera d’arte, frutto di un’accurata selezione delle uve e di un processo di vinificazione che rispetta la tradizione pur abbracciando l’innovazione. I bianchi, freschi e aromatici, evocano le brezze leggere delle colline romane, mentre i rossi, corposi e avvolgenti, raccontano di terre ricche e generose. Impossibile non lasciarsi conquistare dal loro vino …
La strada dell’Appia Antica da Roma ai Castelli Romani
La strada dell’Appia Antica da Roma ai Castelli Romani Un viaggio tra storia, monumenti e turismo Un accenno alla storia dell’appia Antica La costruzione della Via Appia ha rappresentato nell’antichità un evento di straordinaria rilevanza, non solo dal punto di vista dell’ingegneria e della concretezza del disegno politico impresso a intere nazioni allora costituenti l’Italia antica, ma per le implicazioni storiche sottese alla sua realizzazione, che coinvolsero per ben più di un millennio le civiltà bagnate da oltre la metà del Mediterraneo. La strada infatti venne a percorrere tutta l’Italia antica , allacciando il mare Tirreno all’opposto mare, attraversando il Lazio, la Campania, il Sannio, la Lucania e la Puglia: le regioni, cioè, che costituivano quasi tutta la parte più ricca e civile della Penisola. La realizzazione e l’evoluzione della Via Appia La via fu realizzata nel primo tratto, fino a Capua (oggi S. Maria Capua Vetere), dal censore Appio Claudio nel 312 a.C. Capua era allora, per importanza e grandezza, la terza città dell’Italia, dopo Roma stessa e Taranto, e costituiva il più importante nodo per le comunicazioni verso il Meridione. La via Appia fu prolungata poi, man mano che le armi romane avanzavano nelle regioni meridionali, a Benevento nel 268 e subito dopo a Venosa, a Taranto nel 272, infine a Brindisi, che raggiunse prima del 191 a.C. Quando la via fu realizzata nel tratto fino a Capua, alla fine del IV sec. a.C., Roma era ormai una delle maggiori città del Mediterraneo. Roma, sicura sul fronte settentrionale e orientale contro gli Etruschi e i Sabini, vincitrice della Lega Latina nel 338, dopo lo sterminio degli Equi e dei Volsci sul fronte sud orientale e meridionale, si affacciava con prepotenza alla conquista della Campania, contendendola ai Sanniti. In questo clima primeggia la figura di Appio Claudio Crasso, che sarà poi detto il Cieco: una delle …